La nuova Martin Motors Bubble viene offerta con un’unica motorizzazione: un propulsore benzina preso in prestito dallo scaffale Suzuki, di 1,1 litri di dimensione, che eroga ...
67 cavalli di potenza massima. La sola scelta viene però proposta in quattro differenti livelli di allestimento e non due, come precedentemente – ed erroneamente – annunciato. Martin Motors Bubble Smile è l’entry-level, proposta a 9.960 euro, seguita dalla variante Cool, che, invece, costa 10.800 euro e che aggiunge servosterzo, climatizzatore, impianto audio e cerchi in lega alla lista di accessori già compresi nel prezzo d’acquisto. Completano l’offerta la versione Martin Motors Bubble Queen, che viene equipaggiata con impianto GPL e commercializzata a 11.400 euro, e la versione Martin Motors Bubble Sport Sparco, con la quale si toccano i 12.300 euro, sviluppata unitamente al tuner omonimo.
La city car cinese Bubble non è un clone della Smart. Si mettano pure l’anima in pace alla Daimler: la causa intentata per dimostrare l’illegittimità della produzione di questa auto, infatti, è stata persa. La Bubble è un’auto diversa, nuova, a tutti gli effetti. Questo almeno hanno deciso i giudici, e Martin Motors (importatore italiano per la vettura) non ha perso l’occasione per far valere le proprie ragioni. In realtà, guardando le foto, facciamo veramente molta fatica a capire in cosa questa utilitaria cinese differisca dalla più famosa tedesca.